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Posts Tagged ‘boscoreale’

[VIDEO]The Regime of Emergency (PROMO)

Partendo dalle origini, ovvero dalla Riunione di Villaricca degli anni 80, il promo spiega che cos’e il fenomeno emergenza rifiuti. Un’emergenza infinita, che dura da 15 anni, non puo’ certamente piu definirsi emergenza, piuttosto status quo. E’ situazione endemica che si protrae nel tempo, con picchi di intensità che vengono presentati al mondo come ‘emergenze’. Leggi tutto…

L’assessore Romano: i rifiuti? 4 anni per uscire dall’emergenza

11 novembre 2010 1 commento

(di Angelo Agrippa da il Corriere del Mezzogiorno del 10 novembre 2010)

Il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo dice di temere che la sua «Sicilia possa rischiare un’emergenza rifiuti peggiore di quella campana». Ma la verità, drammatica, è quella denunciata dall’assessore ai rifiuti di Napoli, Paolo Giacomelli, e dall’amministratore di Asìa, Daniele Fortini: «È possibile — afferma l’assessore — un aggravamento della situazione nei prossimi giorni». Insomma, l’intestino tornerà a bloccarsi. Il ciclo dello smaltimeto si interromperà di nuovo. E dalle 1.350 tonnellate di rifiuti ancora accumulate per strada a Napoli si rischia di passare ad alcune migliaia in più. A partire già dai prossimi giorni.

Al momento non si intravede una soluzione. Il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, fa spallucce: «Riunioni su riunioni. Ma la situazione resta complicata». Certo, i tecnici della Provincia sono impegnati in sopralluoghi in alcune cave abbandonate. Il nuovo decreto sui rifiuti dovrebbe consentire la riapertura di Serre per ricevere i conferimenti del Salernitano e liberare il sito di stoccaggio di Acerra. Ma è tutto da venire. Nulla già disponibile. «La soluzione si deve trovare— si difende l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano— e deve essere tecnicamente condivisa. Ma non so dire quale possa essere: il supermercato delle idee non è stato ancora inventato». E dopo aver annunciato la settimana scorsa che si sarebbe usciti dall’emergenza in dieci giorni, ieri ha allungato di parecchio la prospettiva: «Credo che potremmo dirci salvi non prima di 36-48 mesi, ovvero quattro anni, quando entreranno in funzione i termovalorizzatori di Salerno e Napoli Est. Perché il piano regionale che si sta costruendo sulla base dei piani provinciali ci dice che con una differenziata media in Campania del 50 per cento avremo da smaltire 1,384 milioni di tonnellate di rifiuti che possono essere tranquillamente essere smaltiti nei tre impianti di termovalizzazione di Acerra, Napoli e Salerno». Intanto, da oggi gli impianti di tritovagliatura di Giugliano, Caivano e Tufino potrebbero tornare a sospendere ogni attività. «I tre Stir — racconta Fortini — sono congestionati dalla frazione organica, ormai giunta a circa 45 mila tonnellate: tutte stipate negli impianti, dato che da alcuni giorni non viene trasferita alla discarica di Pianopoli in provincia di Catanzaro. L’impianto, infatti, è allagato e non può ricevere altri rifiuti. E questo rappresenta un grande guaio». A tutto questo si aggiunge che il sito di Taverna del re a Giugliano è quasi arrivato a 8 mila tonnellate di rifiuti: altre duemila e sarà chiuso. «A fine settimana — conferma il presidente della Provincia di Napoli, Cesaro — non consentirò un pacco di spazzatura in più a Giugliano». Non solo, nei successivi quindici giorni, l’ordinanza della Provincia impone che il sito di trasferenza venga completamente liberato. «Diecimila tonnellate di rifiuti— aggiunge Fortini— da rimuovere con i tir e da trasferire negli impianti di tritovagliatura già saturi. In media, ogni carico sono 20 tonnellare: si immagini che carovana. Per ora, la pioggia sta rallentando la raccolta a Napoli, sebbene disponiamo ancora dei 25 autisti del Comune di Napoli e fino a lunedì sarà possibile raccogliere una media di 200 tonnellate in più al giorno. Ma da lunedì occorrerà trovare un’alternativa». Quale? Sulla carta resta in attività soltanto Chiaiano, dove in media vengono accolte dalle 600 alle 800 tonnellate al giorno di rifiuti di Napoli. E di certo non sono sufficienti a liberare Napoli dal pregresso accumulato e da quello che si aggiungerà di giorno in giorno. Nel frattempo l’assessore Romano si è recato nella discarica sannita di Sant’Arcangelo Trimonte, per la quale ha promesso «dieci milioni di euro per la messa in sicurezza e l’impegno che non ci saranno ulteriori sversamenti di solidarietà».

 

[VIDEO] Terzigno protesta – le migliori bugie –

Video fatto in collaborazione con wasteemergency.com

[VIDEO] No alla seconda discarica sul Vesuvio, Boscoreale 20 ottobre 2010

La manifestazione dopo la conferma del consiglio dei ministri che confermava l’apertura di cava Vitiello, beh il video si commenta da solo…

 

La mia auto dopo gli scontri violenti del 20...

La mia auto dopo gli scontri violenti del 20...

[VIDEO-FOTO] Manifestazione contro le discariche sul Vesuvio. 1 ottobre 2010

La manifestazione è partita da Terzigno per poi arrivare alla rotonda di Boscoreale, un urlo del popolo Campano per dire no alle discariche, no ad inceneritori, si al riciclo totale dei materiali si al trattamento a freddo dei rifiuti, hanno risposto alla chiamata per la difesa del territorio: la popolazione locale e i vari comitati della regione Campania, raggiungendo circa 4000 (se non più) persone in strada.


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Manifestazione a Terzigno, Venerdì 1 Ottobre 2010 ore 19.00

30 settembre 2010 2 commenti

Concentramento a Terzigno (Zabatta-zona Pizzeria Il Rifugio)

Comunicato: Miracolo rifiuti: le bugie hanno le gambe corte.

29 settembre 2010 – Coordinamento Regionale Rifiuti

Hanno emanato leggi speciali ed inviato l’esercito contro le popolazioni che protestavano per difendere la loro salute e i loro territori. Hanno aperto, in violazione di tutte le norme, nuove discariche per continuare a riempirle di rifiuti indifferenziati e tossici. Hanno costruito un inceneritore, definito il più moderno d’Europa, che ha sforato più volte le soglie previste per gli inquinanti e ha emanato dense nubi di cenere nera che è ricaduta sui campi coltivati e sulle case degli abitanti di Acerra.Hanno avuto il coraggio di raddoppiare la tassa sui rifiuti e le strade di Napoli sono di nuovo piena di immondizia.

Berlusconi, Bertolaso, Bassolino e Iervolino ci hanno mentito spudoratamente e ora vorrebbero di nuovo dare la colpa dell’emergenza alle popolazioni che lottano per non essere avvelenate. Anche questa volta, infatti, stanno provando a criminalizzare chi si oppone alla devastazione del proprio territorio suggerendo che dietro alla resistenza di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase, ci sia la regia della camorra o l’infiltrazione degli anarco-insurrezionalisti e dei no global. E che altro potrebbero dire? Potrebbero mai dire la verità? Potrebbero mai dire che questa popolazione, dopo 30 anni di sversamenti abusivi sia da parte della camorra che da parte del governo, è ormai stanca di subire? Che le famiglie non ce la fanno più a vivere con la puzza della discarica? Che tutto quello che si produce in queste terre è inquinato e invendibile, che i contadini sono sul lastrico? Che il percolato inquina l’acqua che bevono e con cui irrigano i campi? Che sono stanchi di veder morire di cancro i propri familiari? Meglio far credere che ci siano i soliti infiltrati per nascondere che gli antagonisti sono persone comuni e che la camorra non sta tra i manifestanti ma tra i poteri forti e le istituzioni che sono responsabili di questa emergenza infinita.

Anche un bambino è in grado di capire che se le discariche campane non bastano mai è perché lì dentro finiscono non solo i rifiuti tossici che vengono mescolati e occultati tra i rifiuti urbani, ma anche tanti materiali che potrebbero essere recuperati attraverso la raccolta differenziata avviandoli a nuova vita: carta, vetro, lattine, resti di cibo e tanti altri elementi che invece di finire distrutti arrecando grave danno all’ambiente potrebbero essere recuperati e riciclati dando vita ad un’economia pulita basata sul recupero e sul riciclo totale della materia e non sullo spreco di risorse. Ma anche se a chiacchiere tutti si dicono favorevoli alla differenziata, in realtà coloro che controllano il ciclo dei rifiuti non permetteranno mai che essa parta seriamente. Questo perché una seria raccolta differenziata azzererebbe quasi del tutto i rifiuti da smaltire facendo scomparire la necessità delle discariche che per decenni sono servite a sotterrare anche i rifiuti pericolosi del Nord industriale; una seria raccolta differenziata renderebbe inutili gli inceneritori perché, come ha confermato l’ultima inchiesta sui rifiuti in Abruzzo, verrebbe meno la materia prima da bruciare: durante un’intercettazione ambientale un imprenditore abruzzese ha spiegato con brillante chiarezza ad un politico che “Se teniamo al 40 per cento la soglia da raggiungere per la differenziata, la termovalorizzazione non la faremo mai”. Un vero disastro per le aziende, la camorra e i protettori politici che proprio con gli inceneritori vogliono continuare a fare profitti e ad usufruire di milioni e milioni di incentivi pubblici (CIP6). Non a caso il governo Berlusconi ha decretato  la costruzione di altri 3 inceneritori, in Campania: uno a Ponticelli, un altro a Salerno e uno in provincia di Caserta e la realizzazione di altre discariche (anche in aree come Terzigno protette da vincoli ambientali e paesaggistici). Come se non bastasse se ne vorrebbe dedicare uno per lo smaltimento delle eco-balle di Giugliano che aggiungerebbe disastro a disastro in una zona già altamente contaminata che secondo i periti della procura di Napoli tra qualche decennio dovrà solo essere evacuata. Infatti se in generale anche gli impianti di incenerimento che lavorano nelle migliori condizioni emettono sostanze nocive per l’uomo e per tutti gli altri esseri viventi, nel caso di Giugliano il danno è moltiplicato dal fatto che le ecoballe campane non sono a norma ma contengono materiali tossici che una volta bruciati sprigioneranno nell’aria una nube mortale.

Se la resistenza di Terzigno sarà annientata tra qualche giorno i rifiuti in strada a Napoli saranno rimossi e tutto sembrerà ritornare alla normalità mentre invece l’emergenza continuerà in tutti quei territori dove con l’uso dell’esercito e di leggi speciali sono stati imposti inceneritori e discariche. Ma bisogna sapere che nessuno può sentirisi al sicuro perché i veleni sversati a Terzigno, dove per decreto finiscono anche le ceneri altamente tossiche dell’inceneritore di Acerra, o nelle buche del  casertano e del beneventano ritornano sulle nostre tavole attraverso gli alimenti che mangiamo, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo. La distruzione e l’inquinamento di quei territori periferici ritorna nelle nostre vite sotto forma di tumori e patologie mortali che ormai tutte le famiglie campane conoscono fin troppo bene.

Per uscire realmente dall’emergenza bisognerebbe fare ciò che i criminali poteri finanziari impediscono da anni: adottare un nuovo piano rifiuti che interviene a partire dalla messa al bando di materiali non riciclabili e che fa della differenziazione e del riciclo totale dei materiali il suo vero punto di forza. Bisogna adottare la raccolta differenziata porta a porta su tutta la regione a partire dalla città di Napoli, costruire filiere per il compostaggio per trasformare l’umido in terreno fertile, organizzare una filiera del riciclo per tutti i materiali. In questo modo, adottando un piano “rifiuti Zero” come in altri paesi del mondo, si possono anche dare risposte occupazionali compatibili con le necessità del territorio e della popolazione, chiudere inceneritori e discariche altamente nocivi, mettere finalmente mano alla bonifica dei territori e decretare finalmente la fine del business miliardario dell’emergenza.

Per fare questo bisogna però avere il coraggio di dire basta e di schierarci da subito con chi in questi giorni sta lottando anche per noi. È ora che anche gli abitanti di Napoli, dove si produce la maggior parte dei rifiuti della Campania, facciano la loro parte. Sosteniamo tutti i comitati in lotta in difesa del territorio! Diciamo no alla loro repressione e alla loro criminalizzazione! Lottiamo contro questa classe politica serva di multinazionali ed ecomafie, unica responsabile del disastro ambientale che sta distruggendo la nostra terra e condannando ad una morte lenta e tremenda i suoi abitanti.

Ricostruiamo dal basso e fuori dai partiti una speranza di vita per la nostra terra e le generazioni future!

Venerdì 1 ottobre ore 19.00 corteo a Terzigno contro l’apertura della seconda discarica!

CO.RE.ri. (Coordinamento Regionale rifiuti della Campania) – Rete Campana Salute e Ambiente

http://rifiuticampania.org/


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Le conclusioni della Commissione Europea petizioni

Da: Il Mattino del 10/06/2010 – di Daniela De Crescenzo

Conclusioni dure, durissime quelle della commissione petizioni arrivata in Campania a fine aprile, ma anche indicazioni precise per tentare di non perdere almeno parte dei fondi bloccati dall’Europa. Il documento conclusivo sarà discusso nei prossimi giorni in una seduta allargata alla quale parteciperanno anche i parlamentari italiani che hanno preso parte alla missione. Tanti i punti critici a partire dal raddoppio della discarica di Terzigno alla quale l’Europa oppone un no deciso, per passare al sito di Ferrandelle dove ci sarebbero «rifiuti non identificati» per finire dalle ecoballe che secondo i commissari andrebbero subito incenerite. Tutti argomenti che saranno anche al centro dell’audizione dell’assessore regionale Giovanni Romano che dovrebbe essere fissata per il 22 giugno prossimo a Bruxelles. Ma non è tutto. L’Europa, infatti, mette nel mirino anche la Protezione civile scrivendo: «Ha alleggerito la pressione dando alle autorità regionali circa tre anni di autonomia in termini di capacità di smaltimento in discarica e consegnando un inceneritore funzionante». Poi le critiche: «Alcune delle decisioni assunte e soprattutto quelle riguardanti la localizzazione delle discariche sono state prese in fretta senza le dovute consultazioni e sono risultate spesso incaute». Anche l’utilizzo dell’Esercito non sarebbe più utile: «La supervisione militare è controproducente rispetto alla trasparenza e a ogni ragionevole percezione di normalità», scrivono i commissari. E sul termovalorizzatore: «Dubbi seri rimangono sulle caratteristiche dei rifiuti che vengono bruciati ad Acerra e su possibili residui tossici della combustione». Le conclusioni: «La crisi dei rifiuti in Campania non è finita. Giace dormiente con un alto rischio di poter riesplodere. Inoltre diverse discariche sono in mani private e le autorità sembrano avere un controllo limitato e una parziale conoscenza di che cosa ci arriva di come i siti vengono gestiti». Poi le raccomandazioni utili per sbloccare i 135 milioni di euro che restano congelati: innanzitutto le linee guida elaborate dalla Regione devono essere trasformate in un concreto e dettagliato piano per la gestione dei rifiuti comprendendo indicatori per misurare progressi e scandire responsabilità e devono essere stanziate risorse sufficienti a sostenere il piano. Non solo: questo deve includere anche la bonifica dei siti inquinati e deve avere il sostegno da parte autorità locali e degli operatori, deve essere compatibile con le direttive nazionali e le altre regioni devono essere pronte ad adattare misure per rispondere alle richieste urgenti della Campania. La commissione riconosce infatti che per troppo tempo essa ha ricevuto rifiuti domestici e industriali provenienti dal resto d’Italia e questo ha creato i presupposti della crisi. I fondi sospesi devono essere impegati per supportare l’avvio del piano. In sostanza per poter intascare bisognerà creare una vera e propria road map creando anche un piano per lo smaltimento dei rifiuti tossici conforme alla cosiddetta «direttiva Seveso»: bisognerà, quindi organizzare subito siti speciali conformi alle direttive Eu. Un punto per il quale si è battuto particolarmente l’europarlamentare Andrea Cozzolino che ha partecipato alla missione in Campania. A conti fatti non sarà facile rispondere positivamente alle richieste dell’Europa e infatti sull’argomento è tornato l’europarlamentare Enzo Rivellini sottolineando la necessità che la Regione rompa gli indugi su questo punto. L’assessore Romano, dal canto suo ha replicato di essere in trepidante attesa di suggerimenti mentre il presidente della commissione petizioni Erminia Mazzoni ha ricordato: «Se vogliamo definitivamente liberare Terzigno e aiutare la nostra regione dobbiamo intervenire sul parlamento perché modifichi la propria legge». E Cozzolino ribadisce: « Nei sopralluoghi che ho voluto condurre di persona a Cava Vitiello ho verificato l’impatto devastante che avrebbe la creazione di una discarica in un’area così estesa e vitale del Parco del Vesuvio».